Ma ora o Dio, fortificami!

Un nuovo anno ci si prospetta davanti, e come di consueto, è probabile che in periodi come questi ci si proponga di ricominciare con le migliori intenzioni, magari eliminando delle vecchie abitudini, cercando di acquisirne di nuove, cambiando forse alcuni comportamenti con l’intento di rimpiazzarli con delle buone azioni. Può accadere tuttavia che, guardando indietro, queste “dichiarazioni di intenti” siano state riproposte più e più volte senza aver ottenuto i risultati sperati. Dopo magari un primo momento di concentrazione, l’impeto di rinnovo è venuto meno nell’affrontare le difficoltà o gli imprevisti giornalieri.

L’anno che si è concluso è stato sicuramente non privo di preoccupazioni e di paure, e come è presumibile, ancora per un po’, dovremo fronteggiare dei momenti non facili, anormali o “straordinari” come li potremmo definire dato il momento storico che stiamo vivendo. Nonostante però le difficoltà e gli ostacoli da superare, anche relativamente a situazioni come queste, la Scrittura ci lascia un terreno segnato, un sentiero battuto dagli esempi che troviamo in essa.

E come noi oggi possiamo non trovarci in una condizione ideale, così Neemia, all’incirca 2500 anni fa, durante la ricostruzione delle mura di Gerusalemme, non avrebbe potuto dire di trovarsi in una condizione ideale almeno fino al completamento delle riparazioni. E durante tutto quel periodo dovette affrontare numerosi ostacoli: dai tentativi da parte dei suoi avversari di interrompere i lavori alle minacce personali, alle cospirazioni ecc.:

Ne 6:2,10 Samballat e Ghesem mi mandarono a dire: “Vieni, e troviamoci assieme in uno dei villaggi della valle di Ono”. Essi volevano farmi del male. […] Io andai a casa di Semaia, figlio di Delaia, figlio di Metabeel. Or egli se ne stava rinchiuso là. E mi disse: “Troviamoci assieme nella casa di Dio, dentro il tempio; e chiudiamo le porte del tempio; perché essi verranno a ucciderti, e verranno a ucciderti di notte”

Se avesse commesso un passo falso in questi frangenti avrebbe messo a repentaglio la sua vita e il corso dei lavori. Ma cosa fece Neemia di fronte agli ostacoli? Si rese conto di essere con le spalle al ‘muro’ (che ancora non c’era), di aver fatto tutto ciò che era in suo potere e nonostante tutto aveva bisogno di un aiuto dall’alto. Era cosciente di essersi sforzato a fare ciò che era giusto e che tuttavia il suo impegno non gli avrebbe garantito il successo. Si fermò quindi, e invocò l’Eterno:

Ne 6:9,14 “Ma ora, o Dio, fortificami!” […] “O mio Dio, ricordati di Tobia, di Samballat, e di queste loro opere! Ricordati anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che hanno cercato di spaventarmi”

E quale fu il risultato? Ne 6:15 Le mura furono portate a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni. 16 E quando tutti i nostri nemici lo seppero, tutte le nazioni circostanti furono prese da timore, e provarono una grande umiliazione perché riconobbero che questa opera si era compiuta con l’aiuto del nostro Dio.

Durante quest’anno ci saranno sicuramente ostacoli da superare; ma se di fronte ai problemi il nostro obiettivo rimane fermo sul seguire l’Eterno e il nostro sguardo resta fisso su di Lui, l’opera a cui siamo chiamati verrà portata avanti, nonostante le difficoltà e le paure che potranno coglierci durante il percorso. Che questa possa essere anche la nostra dichiarazione di intenti e, soprattutto, la nostra reale scelta in questo nuovo anno.