L’Eterno è il baluardo della mia vita!

Mi chiamo Matilde ed oggi sono una donna adulta che ama il Signore.

Ma non è stato sempre così.

Sono nata in un paesino della Puglia, in una famiglia in cui parlare di Dio equivaleva a riferirsi alle pratiche tradizionali della religione di Stato.

Mi erano stato impartiti i Sacramenti fin dal Battesimo, però non frequentavo le funzioni a parte l’Oratorio di tanto in tanto.

In casa circolava molta letteratura di tipo marxista perché mio padre ed i suoi cugini s’interessavano alle vicende storiche dei movimenti operai.

Crescevo giocando con le bambole e leggendo i classici della letteratura per bambini: “Il giro del mondo in 80 giorni”, “David Copperfield”, “Piccole donne”, “Il libro della giungla” etc.

Per motivi legati ad un’impresa di famiglia, andai in collegio per le scuole medie.

Ero da sola.

Il luogo era pulito e confortevole, gestito da suore che ancora oggi ricordo con affetto.

C’erano tante bambine.

Per un periodo ci stette anche la figlia del mio dottore del paese e fu un po’ come se fosse arrivata mia sorella. Che bel momento.

In collegio frequentavo regolarmente le funzioni religiose e cominciai a cantare nel coro.

Mi piaceva il collegio anche se in certi momenti mi “mordeva” la nostalgia del calore familiare.

In collegio avevo portato qualche libro da casa che custodivo con cura.

Durante l’estate del primo anno, mi affezionai al “Capitale” di Carlo Marx ma lo abbandonai a favore dei libri della biblioteca di classe. Leggevo tanto, anche di notte e così vinsi per due anni un premio in denaro. Un anno, durante le vacanze di Natale ritornai in famiglia e mia sorella grande mi raccontò che lei, INVECE, stava leggendo la Bibbia.

COSA?

La Bibbia per me era “IL” libro sacro che usavano i sacerdoti.

Vedevo che le suore trattavano sempre il libro con grande rispetto.

Io leggevo i testi della Bibbia solo durante la messa e mia sorella… gla “usava”.

MAH.

Comunque dopo quella vacanza ritornai in collegio con un Vangelo che cominciai a leggere e, poco dopo, mi arrivò per posta una Bibbia in regalo.

Ricordo quanto fui stupita la prima volta che, ascoltando una lettura durante la messa, la riconobbi.

Fu un bel momento.

Leggere la Bibbia mi affascinava. C’erano storie d’amicizia, d’avventura, di lotte.

Ogni pagina era una scoperta. Andavo a cercare sull’Atlante i luoghi e nel Vocabolario le parole nuove. Questo mio interesse non passò inosservato ed una sera mi fu vietato di restare a leggere nello studio. Dopo qualche minuto scoprii che INVECE ad un’altra ragazza era stato permesso perché NON doveva leggere ma prepararsi per il compito che ci sarebbe stato l’indomani.

Dichiarai l’ingiustizia ed i toni si alzarono.

Restai nello studio e quella sera pregai una preghiera parlata, una preghiera del cuore,

così come avevo visto fare a mia sorella prima di dormire e dissi: «Signore non so chi sei. Non so quello ch’è giusto perché sono piccola. Se, però, è vero che tu puoi cambiare il mio cuore e lavare i miei peccati, TI PREGO, entra nella mia vita. Voglio appartenere a Te».

CHE BELLO!!! Che emozione.

Non ho mai trovato le parole giuste, quelle che potessero esprimere bene lo stato d’animo di quel momento. Allora, per la prima volta, sapevo che qualcosa era cambiato. Io mi ero rivolta a Dio e…

Aprii la Bibbia a caso e lessi:

“L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza, di chi temerò?

L’Eterno è il baluardo della mia vita, di chi avrò paura? “

Salmo 27.1

Ancora oggi queste parole hanno un peso speciale nel mio cuore.

Da quel giorno dicevo a tutte le persone che è importante leggere la Bibbia.

È stato così che ho scoperto “la cristianità”.

Le voci, le pratiche, i riti. Le tante sfaccettature di spiritualità che esistevano nel mio piccolo paese.

Parlando riconoscevo la mia ignoranza. Tutti avevano ragionamenti e paroloni importanti che in qualche modo mi confondevano.

PERÒ

“Il Signore è la MIA luce e la MIA salvezza”

Ne parlai con mia sorella che da qualche tempo frequentava, pur senza convinzione, un gruppetto di Testimoni della Torre di Guardia. Lei disse che NON le era del tutto chiaro quello che volevo PERÒ quello che le stavo dicendo rispetto alla mia esperienza personale le faceva ricordare le parole di una ragazza che aveva conosciuto da poco.

Questa ragazza era poco più grande di me, viveva solo con suo padre perché era figlia unica ed aveva perso da poco tempo la mamma malata di cancro.

Mi colpì il fatto che diceva: «Mia madre è andata con il Signore!»

NON le ho sentito dire mai: «Mia madre è morta».

Parlammo di questo e la sua fede radicata nelle promesse del Signore mi colpì moltissimo.

Mi colpì la luce dei suoi occhi mentre parlava di Gesù e di quanto fosse importante nella sua vita.

Oh! Finalmente avevo trovato qualcuno che poteva capirmi e, quando glielo dissi, lei sorridendo rispose: «Ci sono altre persone».

Io e mia sorella decidemmo di andare la domenica successiva ad una riunione.

L’appuntamento ci fu dato in una casa nuova. Arrivammo in anticipo e fummo accolte in una stanza a piano terra completamente vuota che piano piano venne riempita di sedie.

La riunione cominciò ed in tutto eravamo una decina di persone.

Era estate e faceva caldo. Ma che ci stavo a fare lì?

Mi guardai intorno e vidi che le persone erano serie, concentrate e sorridevano. Chiusi gli occhi e pregai. Alla fine della riunione condivisi con loro la mia esperienza ed ascoltai i loro racconti.

Ci guardavamo e ci scoprivamo uguali, illuminati dalla stessa luce, uniti nello stesso amore.

Non li ho più lasciati.

Naturalmente i miei genitori, quando videro la mia assiduità a queste frequentazioni, cercarono di farmi cambiare idea. Avevano paura che stessi facendo qualcosa di male. Questa loro diffidenza mi dispiaceva e ci furono momenti difficili.

Io dicevo sempre che frequentavo liberamente le riunioni, che si tenevano in luoghi NON chiusi a chiave e perciò, se non fossi stata bene, avrei potuto andare via in qualunque momento.

Oggi sono passati più o meno quarant’anni e NON mi sono mai pentita della mia scelta anzi, nell’ambito delle mie possibilità, incoraggio le persone ad avvicinarsi a Dio, a conoscerlo attraverso la Sua Parola, la Bibbia, e ad incontrarlo nella preghiera.

Io stessa, nella quotidianità, nelle scelte di vita, nelle priorità che mi sono data, ho fatto della fede un elemento basilare, la parte fondante di me stessa.

Oggi, come ieri…

“L’Eterno è il baluardo della mia vita”.

Un candidato improbabile – un PADRE meraviglioso!

Racconto volentieri la mia storia perché posso parlare di mio Padre. Perché è Lui l’artefice di quello che io sono, della mia essenza. E non mi riferisco a mio padre terreno, anche perché non ho mai sperimentato la presenza di un padre amorevole e affidabile. Sto parlando del mio Padre celeste!

Ma per fare questo, devo fare un passo indietro. Sono nata in una famiglia “particolare”. Particolarmente strana. I miei genitori hanno divorziato quando io avevo tre mesi di vita. Non ho conosciuto mio padre biologico. Non era un grosso problema per me, tanto non avevo conosciuto niente di diverso. Per me era normale avere solo una mamma. Poi mia madre si è risposata. Ed ora avevo un patrigno. Non era una persona cattiva, semplicemente per lui non esistevo. Non ho mai subito maltrattamenti fisici ma ero “trasparente”, invisibile. È nato mio fratello e ho tanti bei ricordi di noi due insieme. Ma c’era un problema. Io avevo un cognome, tutti gli altri della mia famiglia ne avevano un altro. Diciamo che mi sentivo estranea, non appartenente a loro. Purtroppo anche mia madre aveva dei problemi, fisici e mentali. Il suo secondo matrimonio era infelice e sicuramente il peso della vita quotidiana era eccessivo per lei. Si è rifugiata in dipendenze dalle quali era difficile uscire. Infatti più tardi le è stata diagnosticata una sindrome maniaco-depressiva.

A scuola i miei compagni raccontavano dei loro padri. E si vantavano. Ognuno pretendeva di avere il padre più forte, più capace, più ricco, più creativo, più divertente, più intelligente…ed io sempre zitta. Che cosa potevo raccontare? Che io un padre così me lo sognavo e basta?

Per mascherare la mia insicurezza e il mio disagio facevo l’indifferente.Tanto io non avevo bisogno di nessuno! Ero forte, io! Decidevo per me, non volevo interferenze da qualcuno, tanto meno da un genitore!

La cosa interessante però è che la questione “DIO” mi aveva sempre in qualche modo affascinata. E, chi cerca trova! Durante gli anni della mia formazione scolastica sono venuta in contatto con il GBU, i gruppi biblici universitari. Ho seguito gli studi, ruotato intorno a loro senza però lasciarmi coinvolgere veramente. La fede, per me, era una cosa bellissima, ma io non riuscivo a farla mia. Questo Dio in qualche modo lo vedevo lontano e disinteressato come mio padre o mio patrigno.

Poi sono venuta in Italia. Con un indirizzo in tasca. E guarda caso questo indirizzo era della mamma di un vero figlio di Dio! Un anziano di una delle chiese evangeliche della città dove volevo andare a studiare.

Quella persona, insieme a sua moglie, mi ha adottato, per modo di dire. Loro mi hanno fatto vedere come si VIVE la fede in Cristo. Non era una bella teoria, belle parole con un etica buona ed una morale lodevole. Per nulla! Con loro ho visto e toccato con mano cosa volesse dire avere un Padre in cielo, uno che ti ama, si interessa alla tua vita, uno che ti aiuta, ti sostiene, ti protegge, ti guida. Un Padre per cui sei immensamente prezioso! E tutto questo mi ha letteralmente stesa! Ancora adesso mi vengono le lacrime! Lacrime di gioia, di riconoscenza e di meraviglia.

Adesso anch’io ho un Padre. Uno con la P maiuscola! Un Padre che non mi deluderà mai, che non mi lascerà mai, che mi ha reputato così importante per mandare Gesù Cristo sul legno della croce per potermi adottare.

Ora mi posso vantare anch’io di avere un padre forte, anzi, il più forte! Adesso posso ammettere la mia debolezza perché tanto ho al mio fianco mio Padre fortissimo!Infatti il primo passo per poter sperimentare la sua potenza era proprio ammettere di averne disperatamente bisogno! Non era vero che ero autosufficiente. Leggendo la Parola di Dio ho scoperto che nessuno ha abbastanza forza per potersi confrontare con Dio. Siamo tutti piccoli, miseri, senza forza e le nostre pretese sono ridicole di fronte alla grandezza e la potenza di Dio! Ma CON Lui posso essere forte pure io!

Quante volte ho desiderato che ci fosse qualcuno che mi difendesse. Che fosse attento alla mia vita, che accorresse in mio aiuto quando ero in pericolo.

Adesso ce l’ho! In un mondo complicato, pericoloso, problematico, sofferente… io ho un porto sicuro! Ho una protezione CASCO! Protetta al 100%. Perché Dio, mio Padre non fa le cose a metà!

Mio Padre celeste mi conosce per nome e mi ha dato il suo nome! Quindi ora io appartengo, a tutti gli effetti, a Dio. Sono stata adottata, porto il suo nome e godo tutti i diritti di questa posizione. E il mio nome è inserito in un libro molto speciale, il libro della vita.

Mio Padre è il re, anzi il Re dei re. E io sono figlia di questo Re. E in quanto figlia, anche erede! Prima ero povera, adesso sono ricca! Ricca con Dio, ricca in Dio e ricca di Dio. Una ricchezza completa, perfetta.

Ma quale prezzo mio Padre celeste  ha pagato per rendermi tale? Un prezzo enorme! La morte sulla croce di Gesù Cristo, perfetto e senza peccato, che mi ha sostituito sulla croce. Io dovevo morire lì. Ma Lui lo ha fatto per me ed ora il mio tesoro è in cielo dove è al sicuro. Il miglior investimento per il futuro è aprire il conto in cielo!

E inoltre mio Padre sa aggiustare ogni cosa.Per Dio non esiste un danno irrimediabile finché siamo su questa terra. Lui riesce a riparare, risanare e ricostruire anche le vite e i cuori più rovinati e rotti. Se ci rivolgiamo a Lui, possiamo essere sicuri che tutto si rinnova. Io sono una nuova creatura. Non rattoppata, NUOVA!Io avevo un cuore a pezzi, pieno di ammaccature, ferite e difetti. Ora ho un cuore nuovo e ringrazio ogni momento della mia vita per l’opera di mio Padre che sa risanare anche le ferite più profonde e tremende!

Volevo un padre come tutti gli altri. E invece ho trovato il Padre migliore di tutti. Dio mi ha dato infinitamente di più di quello che avevo chiesto!

Concludo con l’ esclamazione  gioiosa di Giovanni che faccio anche mia: “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo!” (I Giov 3:1)

“Tu non leggi la Bibbia, leggi libri che parlano della Bibbia”

Sono nata in una famiglia di tradizione cattolica e ricordo che la mamma era molto interessata a tutto ciò che riguardava Dio. Desiderava avere una Bibbia, ma un sacerdote le disse che era un libro all’indice quindi non si poteva leggere. Erano circa gli anni ’60.

Qualche tempo dopo i Testimoni di Geova si presentarono alla porta di casa e da loro ebbe una copia della versione Luzzi della Bibbia. Da allora vennero spesso a farle visita e a fare degli studi e, anche se nei primi anni non era possibile frequentarli con assiduità, nel corso del tempo hanno avuto un forte impatto sulla vita della nostra famiglia. Infatti, poco più che ragazzina, sono stata battezzata e sono diventata una Testimone di Geova attiva: partecipavo alle adunanze settimanali e andavo di casa in casa a distribuire riviste e libri. Col passare degli anni ero sempre più coinvolta, dedicando tanto tempo ed energie all’Organizzazione.

Finita la scuola superiore, mi misi alla ricerca di un lavoro ed ebbi l’occasione di frequentare un corso di linguaggio di programmazione per calcolatori, una cosa piuttosto nuova allora. Quando ci fu l’occasione di conoscere meglio il giovane insegnante, ebbi modo di spiegare la mia fede e lui mi disse di essere un cristiano evangelico, una realtà a me del tutto sconosciuta. Siccome entrambi credevamo che la Bibbia fosse la Parola di Dio, pensavo che fosse logico arrivare alle stesse conclusioni in materia di fede. Cominciammo così a confrontare ciò in cui credevamo ma spesso finivamo in sterili polemiche. Chiesi quindi ad un responsabile della mia Congregazione di parlare con lui e lo invitai a partecipare ad un incontro. Lui accettò a condizione che anche io mi recassi ad una chiesa evangelica ad ascoltare il Vangelo, cosa che feci. Nonostante tanti tentativi di trovare una linea comune di fede, ci trovavamo in disaccordo praticamente su tutte le cose importanti, per esempio la divinità di Gesù, la salvezza per fede, la vita futura dei credenti. Tutto questo avvenne nell’arco di due anni e ringrazio Dio di aver messo sulla mia strada una persona con un profondo amore per la Sua Parola e affetto e pazienza verso di me.

Il punto di svolta avvenne con una frase che mi fece riflettere: “Tu non leggi la Bibbia, leggi libri che parlano della Bibbia”. Cosi cominciai a leggere solo la Bibbia e nella lettera ai Romani capitolo 8 verso 9 lessi: “Se qualcuno non ha lo spirito di Cristo, egli non appartiene a Lui” e al verso 14 “infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio”. Questi versetti erano contrari alla dottrina dei Testimoni, i quali insegnano invece che ci sono due categorie di persone salvate, coloro che andranno in cielo, i cosiddetti Unti o 144.000 e coloro che vivranno su di una terra paradisiaca, chiamati la Grande Folla, che non hanno ricevuto lo Spirito Santo.

Mi resi conto di aver creduto in una dottrina di uomini e nonostante i miei sforzi di ubbidire a Dio non ero Sua figlia e non ero salvata. Da quel momento cominciai a mettere in discussione tutto ciò che mi era stato insegnato. Smisi di andare di casa in casa e di frequentare le adunanze. Anche le relazioni in famiglia ne risentirono e gli amici testimoni cessarono ogni relazione con me. Delusa e scoraggiata pregai: “Signore ho una gran confusione in testa, ma una cosa so per certo, che sei Dio e sei morto per i miei peccati e ti chiedo di salvarmi”. Mi dissociai dall’Organizzazione della Torre di Guardia e cominciai a frequentare regolarmente una chiesa evangelica in cui veniva insegnata solo la Bibbia.

A distanza di oltre 40 anni posso dire che il Signore è stato fedele, mi ha sostenuto, aiutato e guidato come promette nella Sua Parola e di questo Lo ringrazio. Oltre a questo mi ha permesso di conoscerlo in maniera personale come un buon Padre e so di essere diventata una Sua figlia.

“Tutto quello che mi era accaduto, era servito perché potessi conoscere Cristo.”

Mi chiamo Luca, pensavo di conoscere Dio fin da piccolo, perché dall’età di due anni sono stato affidato al collegio gestito da suore, a causa di una famiglia che, oggi, definiremmo allargata.

Mia madre era una donna ribelle: da giovane si sposò con un uomo molto più grande di lei, da cui nacque una bambina, ma poco dopo si lasciarono; successivamente conobbe quello che è stato mio padre, che era tuttavia un uomo sposato. Anche questo rapporto è durato poco, lasciando me e mia sorella in una situazione di sofferenza e per questo siamo stati messi in collegio fino ai miei otto anni.

In collegio sentivo parlare di Dio e di Gesù: ci portavano tutti i giorni alla messa, celebrata in latino, che ormai conoscevo a memoria e ho anche fatto la Comunione. Mi era stato insegnato a comportarmi bene e quando sbagliavo la soluzione era la confessione. Pensavo a Dio però come ad uno che mi controllava, sempre pronto ad accusarmi. Certo, le suore influenzavano molto questa mia idea, supportandola con punizioni e ripetendomi che Dio non mi perdeva mai d’occhio: la vivevo come una minaccia.

All’età di otto anni, il collegio chiuse e fui affidato a mio padre. Frequentavo la parrocchia, andavo a messa e qualche volta ho fatto anche il chierichetto.

Avevo circa quattordici anni quando mio padre si ammalò gravemente e morì poco dopo lasciandomi nuovamente solo. Non riuscivo a capire perché dovessi vivere tutte queste situazioni, lo ricordo moto bene, mi sentivo ferito. Ero cosciente del fatto che sarei dovuto tornare o in collegio o con mia madre, che però fino a quel momento non aveva mostrato nessun interesse per me.

Ero così arrabbiato con Dio da maledirlo, non volevo più sentire parlare di lui e non frequentai più la chiesa.

Ma sentivo nel profondo la presenza di Dio.

Conobbi una ragazza di nome Paola, che oggi è mia moglie, e da quel momento tutto cambiò; conobbi i suoi genitori, ero tutti giorni a casa loro e iniziai a frequentare la chiesa cristiana evangelica, che allora si trovava in via Benincasa, ma lo facevo solo per far piacere a questa ragazza. Ascoltando le loro prediche iniziai a farmi delle domande e trovai fratelli che mi aiutarono a comprendere che non potevo solo con i miei sforzi essere una persona “buona”, come avevo imparato in collegio.

Iniziai a guardare Gesù con occhi diversi, imparando dalla Scrittura, in particolare dai Vangeli, che non sarei potuto andare in Paradiso con le mie buone opere, ma che l’unica via era Cristo.

Nel tempo mi resi conto che tutto quello che mi era accaduto, in particolare la morte di mio padre, era servito perché io potessi conoscere Cristo.

Dio si è preso cura di me donandomi Nello e Bruna, i miei suoceri, che si sono occupati di me con amore come se fossi loro figlio ed è anche per merito loro e di mia moglie Paola che io sono diventato Figlio di Dio. Vorrei che la mia testimonianza fosse di incoraggiamento per i giovani che, vedendo accadere cose nella loro vita, non comprendono subito il piano di Dio per loro, ma Dio ha il controllo di ogni cosa.

Nonostante le nostre imperfezioni Dio ha mandato Cristo a morire per noi. Dobbiamo imparare a guardare ai difetti degli altri non con critica, ma con gli stessi occhi pieni di amore con cui Cristo ha guardato noi.

Vi lascio alcuni versetti che mi hanno aiutato a comprendere la mia posizione:

Rom. 3:23-24 

“Difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.”

 Giov. 10:28-29 

“(…) e io do loro la vita eterna, e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle di mano al Padre.”

“..il Signore Gesù ha illuminato la mia mente..”

Ho 60 anni e mi chiamo Maria, sono nata a nuova vita 23 anni fa, il 4 novembre 1994. Dopo 10 anni che leggevo la Bibbia, il Signore Gesù ha illuminato la mia mente ed il mio cuore facendomi capire che ero nel peccato, lontana da Lui. Sulla croce Gesù aveva inchiodato il mio peccato, accettando il suo sacrificio io potevo diventare sua figlia. come dice Giovanni 3.16. Gesù mi aveva e mi ha riconciliato con Dio e mi ha dato il suo Spirito, il Consolatore (Giovanni 15.26). Dio mi donava la possibilità di comunicare con Lui, di avere un rapporto diretto senza intermediari. Il Dio dell’Universo, il Creatore di tutte le cose abitava in me e potevo parlargli in ogni momento perché non è distante da me (1a Corinzi 6:19).
Nella notte di novembre mi ha riempito di timore e tremore, ho capito che Dio e’ tre volte santo e conosce ogni mia azione. Nel Salmo 119 è scritto che la conoscenza che Dio ha di noi è troppo alta perché noi possiamo comprenderla. Tutto il nostro darci da fare e’ nulla davanti a Lui.
Il versetto che mi ha portato a Lui e’ Matteo 11:28: “Venite a me voti tutti che siete affaticati e travagliati ed io vi darò riposo”. La vita per me era fino a quel momento frenetica, piena di cose da fare, di persone da aiutare perché così facendo pensavo di ingraziarmi il Signore. Ma mi sentivo sempre insoddisfatta, inadeguata, mai sufficiente. Dio aveva in serbo per me la sua pace, non ero io che potevo arrivare a Lui, era Lui che era venuto per cercarmi ed io dovevo solo farmi trovare.
Da allora ogni giorno io mi alzo la mattina pesto, prima degli altri, perché voglio iniziare incontrando il mio Salvatore, la persona più importante della mia vita. Posso dire con certezza che se confidiamo in Lui con tutto il cuore, se facciamo di Lui il nostro rifugio, Lui non ci delude mai. Egli ha promesso di non abbandonarci, di non lasciarci mai soli. E di questo io posso dare testimonianza.
Dio mi ha chiamato per nome, ora appartengo a Lui e ogni cosa che mi trovo a vivere e’ sotto il suo controllo sovrano. Lui ha vinto per me il tumore che ho avuto nel 2000. Ha piegato al suo volere il cuore di medici venali.
Quindi ha portato mia figlia e anche mio genero a conoscerLo. Mi ha sorretta, assistita, dato forza, nei 10 anni di malattia di mia figlia. Ed ha riversato la Sua potenza su di lei. Io l’ho vista camminare dopo che era rimasta paralizzata, l’ho vista guarire da una paresi facciale. Ho sentito l’amore e la forza delle preghiere dei miei fratelli in fede per tutto il periodo della sua malattia. E la grazia del Signore mi ha sempre circondato. Lui è l’oggetto della mia adorazione, della mia preghiera, della mia riconoscenza, del mio perenne ringraziamento.
Ora, alla fine di questo mio dire, voglio cogliere l’occasione per invitare me stessa e coloro che leggono a confidare sempre nel Signore, perché il Signore e’ la Roccia nei secoli (Isaia 26:4). Per cui cerchiamolo con tutto il cuore e Lui si lascerà trovare perché è scritto in Geremia 13: “Voi mi cercherete e mi troverete perché mi cercherete con tutto il cuore”. Egli non delude mai, la sua presenza va avanti a noi ed è la nostra retroguardia, amen.

“Io confido in Te”

Mi chiamo Francesca e ho 25 anni. Ho sperimentato la vera pace nella mia vita da quando ho conosciuto Cristo Gesù e ho iniziato a camminare nelle Sue vie. Il Signore ha operato grandi cose per me e io sono nella gioia. Una gioia che voglio condividere con tutti.

Sono cresciuta con degli insegnamenti cristiani, durante tutta la mia adolescenza ho frequentato campi biblici per ragazzi e frequentato assiduamente le riunioni in Chiesa. Il Signore ha parlato al mio cuore proprio durante uno di questi campi. Non era sufficiente solamente sentir parlare di Dio, o appartenere ad una famiglia di credenti o essere una brava persona per essere salvata, dovevo fare una scelta personale. Scegliere di appartenere e vivere con Cristo oppure no. Avevo 15 anni quando di ritorno da Poggio Ubertini riconobbi la mia misera posizione di peccatrice e la necessità del perdono di Cristo Gesù, che aveva deciso di donarmi attraverso il suo sacrificio sulla croce. Chiesi così al Signore di entrare nel mio cuore e diventare il Salvatore della mia vita. Purtroppo negli anni successivi alla mia conversione, ci sono stati momenti in cui non riservavo a Dio il posto che Lui meritava, momenti in cui mi lasciavo vincere dal male, momenti in cui pensavo di poter fare tutto da sola dimenticando in quale Dio potente avevo deciso di credere. Ma poiché il Signore ci ama di un amore immenso, non ha permesso che io mi allontanassi da Lui, non mi ha lasciata da sola neppure nei momenti in cui io avevo deciso di tenerlo fuori dalle mie scelte, ma ha voluto scuotermi ricordandomi che io senza di Lui non posso far nulla. Dovevo ritornare a Lui, amarlo sinceramente con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutta la mia mente e con tutta la mia forza.

In quest’ultimo anno avvertivo frequenti mal di testa, così forti e insoliti che iniziarono a destarmi parecchia preoccupazione. Così iniziai ad effettuare una serie di controlli. Nel mese di Dicembre 2016 sono stata ricoverata all’ospedale di Perugia, e dopo aver fatto vari accertamenti, sono stata dimessa nell’attesa di ricevere i risultati degli esami effettuati. Il 5 Gennaio vengo contattata dai dottori per il ritiro del responso della biopsia. Ricordo ancora quella mattina, ero tranquillissima, ma i miei occhi continuavano a fissare un versetto riportato sul calendario: “Io confido in Te, o Signore; io ho detto «Tu sei il mio Dio». I miei giorni sono nelle tue mani.” Salmo 31:14-15. Bene, il Signore stava preparando il mio cuore a ricevere quella notizia, non mi stava di certo abbandonando. Non dimenticherò mai quel giorno, la mia vita è stata stravolta in un attimo. Sapere di avere un tumore a soli 25 anni e di dover affrontare delle cure dure e pesanti come la chemioterapia non è facile da accettare. Ma il Signore ha subito consolato e dato al mio cuore la giusta pace di cui avevo bisogno in quel momento. I miei giorni erano nelle sue mani, cosa potevo temere? Dio mi ha dato la forza e il coraggio di affrontare questo cammino particolare. Molte notti ho gridato a Lui, ho pianto chiedendoGli di liberarmi quanto prima da questa prova, ma Egli ha portato il peso delle mie ansie e delle mie preoccupazioni. Il Signore aveva un piano perfetto per me, migliore di quello che io potevo solamente immaginare. Non mi sono mai sentita sola, ogni qualvolta il mio cuore era assalito da cattivi pensieri o paure, Dio era lì a sostenermi.

“Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.” Romani 8:37-39

Sapevo di essere una vincitrice in Cristo Gesù, perché in qualunque modo fosse evoluta la mia malattia, questa non avrebbe potuto separarmi dall’amore di Cristo. La sua Parola era per me fonte di consolazione ogni giorno, il mio cuore era sereno e pieno di pace perché a sorreggermi c’era il mio buon Padre celeste che conosceva la mia afflizione e che avrebbe di lì a poco operato potentemente. Il Signore ha combattuto per me, ha spostato quella montagna che ai miei occhi sembrava insormontabile, ha ascoltato le mie preghiere e quelle di tutti i miei fratelli e le mie sorelle. Dopo quattro mesi di cure, nella prima risonanza di controllo che mi è stata fatta non risulta più alcuna traccia di malattia. Dio ha operato il suo grande miracolo in me, a Lui davvero niente è impossibile, ha fatto più di quanto io speravo. Ho ringraziato il Signore per aver permesso questa malattia, perché attraverso di essa ho potuto sperimentare ancora una volta l’amore di Dio Padre per me, ho tastato la sua presenza nella mia vita. Non lasciamoci travolgere dalle preoccupazioni di questo mondo, e non aspettiamo di dover toccare il fondo prima di aggrapparci completamente a Lui. Lasciarci guidare da Dio e affidare a Lui completamente la nostra vita è la cosa più bella che possiamo fare, e sicuramente le benedizioni non tarderanno ad arrivare. Dio non abbandona i suoi figli!  Abbiamo un Padre speciale, amorevole, unico, eterno e compassionevole che non ci prova mai al di là delle nostre forze, che non ci lascia mai a combattere da soli. Confidiamo in Lui e non rimarremo mai delusi.

“Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sì il Signore, è la roccia dei secoli.” Isaia 26:4